Proseguiamo il nostro viaggio nella mitologia delle costellazioni con il Cane Maggiore, che si trova a sud-est di Orione e rappresenta uno dei suoi cani da caccia. Il suo periodo migliore di osservabilità va da gennaio a marzo; la sua posizione appena a sud dell’equatore celeste rende questa costellazione agilmente osservabile dagli osservatori dell’emisfero australe.

Marco Manilio, poeta e astrologo romano in lingua latina nonchè autore del poema didascalico Astronomica scritto fra il 30 e il 40 d. C., descrisse il Cane Maggiore così:

“Gli sta [a Orione] alle calcagna il Cane, disteso in corsa sfrenata,
di cui nessun astro sopravviene più violento alla terra
né più gravoso si ritira.”

(Manilio, Astronomica, I, 397-399)

e anche come “il cane con la faccia ardente” in riferimento alla posizione della stella Sirio, che sembra essere eternamente tenuta nelle mascelle del cane.

Dal momento che Canis Major in latino significa “il Cane Maggiore”, Canis Major rappresenta uno dei due cani che seguono il cacciatore Orione. Cane Minore è il secondo dei due cani. Secondo un mito, si dice che Cane Maggiore fosse associato a Laelaps, un cane così veloce che nessuna preda poteva superarlo. In una caccia alla volpe, Laelaps incontrò una volpe destinata a non essere mai catturata. Una volta iniziata, la gara non sembrava avere una fine. Zeus alla fine prese in mano la situazione trasformando sia la volpe che Laelaps in pietra, posizionando il cane tra le stelle.

All’interno del Cane Maggiore si trova la stella più luminosa del cielo almeno per come la possiamo ammirare dalla Terra: Sirio o Alfa Canis Majoris. Sirio ha quasi più significato per le culture antiche rispetto alla costellazione del Cane Maggiore. Sirio è anche una delle stelle che compongono l’asterismo del Triangolo Invernale, insieme a Procione nel Cane Minore e Rigel in Orione.

In antichità la stella Sirio era usata come indicatore del tempo per determinare i tempi di raccolti e celebrazioni varie in molte culture. Il suo nome, Sirio, deriva da una parola greca “seirios”, che significa “torrido”. La parola “canicola”, che indica il periodo dei giorni più caldi, sembra derivare proprio dal nome di questa costellazione: in quei giorni infatti il Sole è proiettato nelle vicinanze del Cane Maggiore e del Cane Minore. Grazie alla sua stretta associazione col Cane Maggiore, Sirio è anche conosciuta come “Stella Cane”.

Gli Egizi, attenti osservatori del cielo, scoprirono che la levata eliaca di Sirio, chiamata da loro Sopedet, preannunciava la benefica inondazione estiva del Nilo. La levata eliaca è il fenomeno per cui il sorgere di un astro, in questo caso Sirio, avviene appena prima dell’alba, diciamo circa 30 minuti prima. Nel caso di Sirio la sua levata eliaca avviene intorno al solstizio d’estate, dopo un lungo intervallo di circa 70 giorni di non visibilità. Per gli antichi Egizi la levata eliaca di Sirio rappresentava l’inizio di un nuovo anno, ed era quindi un momento centrale nel loro calendario. La stessa stella Sirio era anche associata a Iside, dea della fertilità.

Nella mitologia indiana le stelle del Cane Maggiore formavano un cacciatore di cervi e le stelle che chiamiamo Orione erano la sua preda. Gli indiani chiamarono la stella più luminosa Tishtrya, controllore della pioggia e di tutte le acque sulla Terra.

I polinesiani pensavano che un’altra stella vicina al Toro fosse la stella più luminosa del cielo, e non Sirio. Sirio si arrabbiò e convinse il dio Tane a scagliare la stella Aldebaran su questa stella luminosa, frantumandola in un gruppo di stelle deboli, che ora chiamiamo Pleiadi.

Sirio ha una famosa compagna chiamata Sirius B. È una stella nana bianca, massiccia come il Sole, ma solo delle dimensioni della Terra. Questa compagna orbita attorno a Sirio ogni 50 anni. Sirius B è molto difficile da vedere a causa della sua vicinanza al suo vicino brillante. In condizioni favorevoli, può essere vista con un telescopio da 8 pollici.

I documenti antichi descrivono spesso che Sirio fosse di colore rosso, mentre oggi è chiaramente bianca. Non vi è alcuna probabile spiegazione astrofisica per un cambiamento così importante in entrambe le stelle in un periodo relativamente breve di alcune migliaia di anni, quindi questo mistero rimane irrisolto.