Venerdì 1 novembre 2024 io e il mio amico Antonio abbiamo tentato l’osservazione della cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-Atlas, una cometa non periodica passata al perielio tra il 27 e il 28 settembre 2024; qui trovate la circolare del Minor Planet Center e la pagina delle effemeridi se volete addentrarvi in dettagli tecnici che non è il caso di approfondire in questo blog.

Partiamo pieni di entusiasmo alla volta del lago del Moncenisio, che si trova appena oltre il confine francese. Questo dettaglio è importante, ma il perchè lo capirete da soli dopo.

Entriamo nel comune di Moncenisio convinti che da lì saremmo arrivati al lago. Con nostro sommo disappunto invece scopriamo di avere sbagliato strada e di aver preso una strada parallela, per cui dobbiamo tornare indietro per un bel pezzo perdendo tempo prezioso. Quando arriviamo al lago ormai è tardi: la maledetta cometa è appena tramontata dietro la montagna per cui ormai non riusciamo più a vederla. Tanto per darvi un’idea guardate questa foto, la X gialla indica la posizione della cometa:

Delusi e anche un po’ arrabbiati per non aver visto la cometa, decidiamo di fare qualche foto qua e là; o meglio, lo decide Antonio perchè io in questo periodo ho una spalla infortunata (sono caduta malamente durante un allenamento col gruppo di spettacolo a tema Star Wars di cui faccio parte), per cui non posso guidare o sollevare pesi per un po’. Quindi assisto come posso il mio amico durante le operazioni di montaggio del telescopio, sentendomi molto inutile. Essendo a 2000 m s. l. m., fa piuttosto freddo, e il vento gelido che si alza frequentemente non aiuta di certo. Lo spettacolo celeste sopra di noi però è impagabile, una di quelle stellate di cui ci ricorderemo per tutta la vita! Si intravede ancora la Via Lattea estiva, che sta per tramontare, mentre dall’altra parte, a est, iniziano a fare capolino le costellazioni invernali: il Toro, i Gemelli, Orione. Nulla faceva presagire la disavventura che ci sarebbe capitata di lì a poco. Peccato non aver portato lo SQM, perchè il cielo è davvero molto buio lì dal lago del Moncenisio.

Attorno alle 3 del mattino decidiamo di rientrare perchè ormai il freddo è davvero pungente: smontati e recuperati telescopio e cane, saliamo in macchina che… non si avvia. Va bè riproviamo una seconda volta: niente. E una terza: ancora niente. A questo punto una vaga inquietudine inizia a farsi strada dentro di noi: accidenti, la batteria della macchina è morta per il freddo e noi siamo bloccati al freddo a 2000 m. Dopo altri vari tentativi infruttuosi di far resuscitare la batteria, chiamiamo l’assistenza per farci mandare il carro attrezzi; essendo noi in Francia in teoria entro un’ora e mezza dovrebbe arrivare per salvare due matti in cima a una montagna. Passa un’ora e mezza, passano due ore, passano due ore e mezza, ma del carro attrezzi neanche l’ombra; passano vari camion, ma nessuno è in grado di aiutarci o non si fermano affatto. E a questo punto potrei aprire una lunga polemica su quanto i francesi siano s…..i verso noi italiani, ma decido che non è caso.

Ad un certo punto Antonio inizia a sentire molto freddo ai piedi per cui gli impresto i miei Moon Boot: in effetti la temperatura esterna è 4°C, e i vetri iniziano ad appannarsi. Quando ormai ci eravamo rassegnati a finire come l’uomo di Similaun, attorno alle 6 della mattina del 2 novembre passa un francese che, evidentemente impietosito da noi e da Sirio, il cane di Antonio, ci aiuta a far ripartire la macchina: essendo parcheggiata leggermente in discesa, basta darle una spinta per resuscitare la batteria! Quasi non facciamo in tempo a ringraziare il nostro salvatore, perchè ha molta fretta di proseguire il suo viaggio. Ah, alla fine il carro attrezzi che avevamo chiamato non è mai arrivato, per cui abbiamo telefonato nuovamente all’assistenza per annullare la richiesta.

Come ciliegina sulla torta ci restavano soltanto 30 km di benzina come autonomia: fortunatamente abbiamo trovato un distributore di benzina a 26 km dal lago del Moncenisio, scendendo fino alle porte di Susa, e in questo frangente abbiamo capito come probabilmente si sentirono gli astronauti di Apollo 11 durante le fasi finali dell’allunaggio…

Una bella colazione con cappuccino e brioches ha sancito la fine di questa avventura così folle, con buona pace della cometa che non siamo riusciti ad osservare, e magari ha fatto sorridere la signora dell’autogrill che ci ha servito: chissà cosa avrà pensato vedendo entrare me con un braccio al collo, Antonio e un cane che tira come un ossesso…

Vi lascio qui le foto ottenute dal mio amico che è anche un bravissimo fotografo (seguitelo su Instagram, Facebook e TikTok), ovviamente dopo avergli chiesto il permesso di pubblicarle: