Come consuetudine ormai da anni, anche questo anno sono stata a Saint Barthelemy in Valle d’Aosta per una settimana dedicata all’astronomia e al relax in compagnia dei miei amici: la necessità di relax dopo settimane pesanti a lavoro era talmente elevata che ho deciso addirittura di non seguire la scuola di astronomia organizzata dall’Osservatorio della Regione Autonoma Valle d’Aosta, il cui tema portante questo anno era la Via Lattea. Ne ho approfittato per fare lunghe passeggiate in mezzo alla natura e al silenzio, sia per conto mio sia in compagnia dei miei amici Eleonora e Antonio, sia assieme allo storico gruppo di amici della scuola estiva. Nonostante non abbia seguito il corso, mi sono comunque infiltrata nel gruppo della scuola, specialmente durante le pause caffè di metà mattinata e metà pomeriggio, constatando con piacere che oltre al gruppo storico dei miei amici c’era anche parecchia gente nuova, tra cui moltissimi giovani nerd appassionati di astronomia e astrofisica. Tra di loro Jonathan, un ragazzo di circa 14 anni, e sua nonna Antonietta di Roma, entrambi super appassionati. Domenica 7 luglio ho accompagnato loro e Antonio al castelliere di Lignan, un sito archeologico risalente a un periodo tra la tarda Età del Bronzo e gli inizi dell’Età del Ferro, diciamo tra 1200 a.C. e 900 a.C., che funzionava un po’ da osservatorio astronomico per stimare i punti di levata e tramonto del Sole ai solstizi: diversi esperti, tra cui il valdostano Guido Cossard, hanno scientificamente dimostrato che le pietre del castelliere sono disposte lungo determinati allineamenti astronomici. Adesso qui non vi spiego tutto, ma se fare una ricerca su Internet trovate un sacco di materiale e vari libri dello stesso Cossard sul castelliere. Il sito è tranquillamente raggiungibile in autonomia con una passeggiata di circa 15 minuti dalla strada che porta a Lignan. Bè, tranquillamente se siete solo voi e non dovete portarvi dietro Sirio, il cagnone di Antonio che tira come un matto, mentre il suo padrone bel bello si dilettava a fare le foto al paesaggio e alle piante per provare il macro: e meno male che mi sono portata dietro gli scarponcini da montagna, che sennò adesso mi trovavate a fondo valle con qualche osso rotto assieme a Sirio, essendo il tratto iniziale del sentiero in forte pendenza… Jonathan e la nonna hanno apprezzato molto la passeggiata, anche perchè da appassionati di botanica hanno osservato e studiato con una app del telefono un sacco di piante particolari che crescono soltanto lì a Saint Barthelemy. Durante il ritorno iniziava a fare caldo, ma io avevo Sirio che mi tirava su per la salita: la sensazione è stata un po’ quella di prendere lo skylift per risalire le piste da sci quando si va a sciare, dunque direi molto comodo, e senza pagare i fior fior di quattrini di un tipico abbonamento giornaliero per le piste da sci. In ogni caso, una volta in cima, una bella doccia ce la siamo meritata tutti quanti.

La sera di domenica 7 luglio Attilio e Alessandra hanno messo fuori il loro nuovo binocolone APM 45×100 con cui abbiamo osservato:

  • M 22 ammasso globulare nel Sagittario
  • M 8 Nebulosa Laguna nel Sagittario
  • NGC 457 ammasso aperto del “Gufetto” in Cassiopea

Purtroppo non siamo riusciti ad osservare altro perchè il cielo, che già era fosco, si è coperto del tutto.

Lunedì 8 luglio mi sono decisa a montare nelle piazzole dietro l’osservatorio i miei due setup: e cioè il Dobson 30/1500 per le osservazioni visuali e il Newton 200/800 per l’astrofotografia. Avevo con me anche l’astroinseguitore per i grandissimi campi e la reflex per i timelapse, ma alla fine questi due non li ho montati. Emanuela, una professoressa di Roma, e suo figlio Edoardo mi hanno anche chiesto un aiuto per montare il loro telescopio, un Newton 114 su montatura elettronica monobraccio: essendo alle prime armi sono stata ben felice di aiutarli, e io stessa ho imparato una cosa nuova sulla procedura di allineamento di questo tipo di montatura, che, essendo altazimutale e non equatoriale, ha qualche differenza rispetto a quella della mia NEQ6 per esempio.

Visto che c’erano parecchie velature, e anche piuttosto dense, abbiamo osservato col Dobson:

  • M 57 nebulosa planetaria nella Lira
  • M 71 ammasso globulare molto disperso nella Freccia
  • M 27 nebulosa planetaria nella Volpetta
  • M 13 ammasso globulare in Ercole
  • M 11 ammasso aperto nello Scudo
  • M 51, NGC 5195 galassie nei Cani da Caccia
  • M 81, M 82, NGC 3077 galassie nell’Orsa Maggiore
  • M 4 ammasso globulare nello Scorpione
  • M 20 Nebulosa Trifida nel Sagittario
  • M 8 Nebulosa Laguna nel Sagittario

Chiaramente queste osservazioni sono state abbastanza impegnative a causa del continuo passaggio di velature, che ha caratterizzato un po’ tutta l’intera settimana. Nonostante questo, approfittando di una finestra di cielo sereno, sono riuscita a far partire una sequenza di scatti sulla nebulosa Sh2-132 nel Cefeo:

Nebulosa Sh2-132

Mercoledì 10 luglio sono andata a Saint Nicolas con Eleonora a far visita a una mia maestra di pole dance valdostana, Federica, che, carinissima com’è, ci ha portato in giro a vedere una cascata lì nei dintorni e a fare altre passeggiate in mezzo al silenzio e alla natura: morale della favola? Niente pole dance, ma tante chiacchiere e risate. E l’idea, se nei giorni successivi fosse stato bello, di far salire Federica a Lignan e di montare la pedana da pole dance nelle piazzole degli astrofili dietro l’osservatorio!

Giovedì 11 luglio mi sono di nuovo infiltrata nel gruppo della scuola estiva per andare a visitare il Museo di Scienze Naturali Efisio Noussan situato nel castello di Saint-Pierre: un posto molto carino, peccato il caldo infernale che ci ha avvolti non appena siamo arrivati a Nus, ci saranno stati circa 30°. E noi che ci lamentiamo con queste temperature, su Venere vi posso assicurare che è molto ma molto ma molto peggio… Fatto sta che mentre scendevamo a valle ho schiacciato un bel pisolino, morta dal caldo (tranquilli, non guidavo io ;-)) Il museo è molto carino e vale la pena visitarlo; tra i suoi reperti la mummia di una marmotta risalente a 6000 anni fa e ritrovata a una quota di circa 3800 m s. l. m.: la guida Francine, una naturalista, ci ha spiegato che si tratta di un ritrovamento alquanto insolito, perchè solitamente le marmotte sono diffuse a quote più basse: cosa può aver averla spinta così in alto? 6000 anni fa potrebbe esserci stato un cambiamento climatico in Valle d’Aosta che fa fatto innalzare le temperature? Tutte queste domande sono ancora senza risposta: starà alle prossime generazioni di ricercatori capirci qualcosa di più.

Nonostante le fatiche legate al caldo e alla lauta cena alla Maison Rosset di Nus (che non manca mai!), la sera, con le forze residue che ancora ci restavano, siamo riusciti ad osservare qualcosina col Dobson:

  • NGC 6934 piccolo e compatto ammasso globulare nel Delfino
  • NGC 6960 Velo del Cigno, resto di supernova; è la parte con la stella
  • Saturno
  • NGC 6543 nebulosa planetaria nel Dragone
  • Doppio Ammasso di Perseo
  • Pleiadi ammasso aperto

Purtroppo pochi oggetti sia perchè eravamo cotti noi sia perchè tanto per cambiare il cielo si è rannuvolato.

Accantonata l’idea di montare la pedana da pole dance per ragioni logistiche indipendenti dalla nostra volontà, sabato 13 luglio siamo tornate io e Eleonora a Saint Nicolas: oltre a Federica c’era anche una sua amica, Nicole. Detto fatto: abbiamo montato la pedana pole dance e con grazia (con la grazia di un elefante nel mio caso) ci siamo cimentate in questa disciplina aerea. Ovviamente ci siamo divertite parecchio! Poi però, vinte dal caldo e dalla stanchezza, dopo circa due orette abbiamo smontato tutto e bevuto qualcosa di fresco. La sera, visto che stranamente faceva bello, abbiamo osservato un po’ di cose:

  • M 81, M 82, NGC 3077 galassie nell’Orsa Maggiore
  • M 13 ammasso globulare in Ercole
  • M 92 ammasso globulare in Ercole
  • NGC 6210 nebulosa planetaria in Ercole
  • M 57 nebulosa planetaria nella Lira
  • M 27 nebulosa planetaria nella Volpetta
  • M 15 ammasso globulare in Pegaso
  • NGC 7331 galassia in Pegaso
  • NGC 6826 nebulosa planetaria nel Cigno “Blinking Nebula” volevo mostrarla a Piero e Patrizia, due miei storici amici astrofili incontrati a S. Barthelemy ormai tanti anni fa: Patrizia è fortissima nelle osservazioni visuali e appassionata in particolare di nebulose planetarie: ovviamente non sono riuscita a puntarla mentre c’erano loro nonostante mi fossi messa d’impegno e fatica: ci giravo vicino vicino ma senza mai beccarla. Ovviamente l’ho trovata in nemmeno cinque minuti appena dopo che erano andati via per accendere la loro ormai leggendaria termocoperta. Accidenti…
  • NGC 7662 nebulosa planetaria in Andromeda “Palla di Neve Blu”
  • M 33 galassia nel Triangolo

E con quest’ultima serie di osservazioni astronomiche si conclude una vacanza un po’ pazza e fuori dagli schemi. Come sarà la prossima?