La Grande Nube di Magellano (in inglese LMC, Large Magellanic Cloud) è una galassia irregolare satellite della nostra, la Via Lattea, osservabile a cavallo tra le costellazioni del Dorado e della Mensa. Ad occhio nudo, se si è sovrappensiero e disattenti, può essere facilmente scambiata per una nuvoletta.
Nota già dall’antichità come anche la vicina Piccola Nube di Magellano, venne registrata per la prima volta dall’astronomo persiano Abd Al-Rahman Al Sufi nel 964 d.C. Nel suo libro delle stelle fisse la chiamò “Al Bakr”, “Il bue bianco” e ha sottolineato che, sebbene invisibile dall’Arabia del Nord e da Baghdad, poteva essere vista dallo stretto di Babd al Mandab, situato a una latitudine di 12° 15′ N.
La successiva osservazione registrata fu di Amerigo Vespucci in una lettera scritta sul suo terzo viaggio nel 1503 – 1504: in questa lettera menzionava “Tre Canopi, due luminosi e uno oscuro”; si pensa che le luminose “Canopes” di Amerigo Vespucci siano proprio le Nubi di Magellano, mentre quella oscura era probabilmente la nebulosa oscura Sacco di Carbone.
Ferdinando Magellano fu il primo a far conoscere la Grande Nube agli occidentali con il suo viaggio del 1519, per questa ragione la galassia ora porta il suo nome.
La Grande Nube di Magellano è piena di oggetti interessanti, in particolare la Nebulosa Tarantola NGC 2070, una gigantesca regione H II. All’interno della LMC sono presenti circa 60 ammassi globulari, 400 nebulose planetarie e 700 ammassi aperti, oltre a centinaia di migliaia di stelle giganti e supergiganti.
Il 24 febbraio 1987 la supernova 1987A è esplosa all’interno della LMC: si è trattata della più recente supernova visibile ad occhio nudo e la più vicina osservata dall’invenzione del telescopio.
Utilizzando osservazioni delle variabili Cefeidi e altri metodi, la distanza della Grande Nube è stata stimata in 157000 anni luce, mentre il suo diametro reale 14000 anni luce. Contiene circa 10 miliardi di masse solari, corrispondenti a poco meno di 1/10 della massa della Via Lattea. LMC è la quarta galassia più grande del Gruppo Locale, dopo la galassia di Andromeda M 31, la nostra Via Lattea e la galassia del Triangolo M 33.
Anche se la Grande Nube è classificata come galassia irregolare, la presenza di una struttura a barra nel nucleo tradisce il fatto che probabilmente in origine era una galassia spirale barrata, che poi è stata deformata dalle interazioni mareali con la Via Lattea.
Tivoli Astrofarm, Namibia, 17 agosto 2023
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