Come ormai da 4 anni, anche questo anno, da domenica 21 a domenica 28 agosto, ho partecipato al campo astronomico estivo organizzato dal Circolo Astrofili Milanesi presso il Rifugio Alpino “Mario Bottero” a 2702 m slm situato appena sotto il passo del Colle dell’Agnello, in alta Valle Varaita in provincia di Cuneo, a cui si accede prendendo la strada che sale dal grazioso borgo di Chianale. Visto il caldo opprimente di quei giorni, non vedevo veramente l’ora di scappare via al fresco: quando sono arrivata al rifugio, attorno alle 13 di domenica 21 agosto, mi sono sentita letteralmente rinascere dalle mie ceneri: lì, all’esterno, c’erano appena 15 gradi, contro i 30 tipici del torinese in quei giorni! Queste magnifiche temperature di 15 massimo 20 gradi ci avrebbero deliziato per tutta la settimana; chiaramente di notte la temperatura scendeva, per cui all’esterno c’erano temperature tra 5 e 10 gradi, che richiedevano un adeguato abbigliamento.

Arrivata lì al Colle ho trovato ad accogliermi alcuni dei miei amici “agnellisti”, tra cui Andrea “Il Tiranno”, chiamato così perchè è severissimo ad assegnarci i turni di pulizia, cucina, lavaggio piatti etc! Lo chiamano così, ma voglio precisare che in realtà con lui si può assolutamente ridere e scherzare!
Durante le prime ore di campo astronomico il piazzale del rifugio assomiglia più un formicaio in piena attività che ad un luogo deputato alle osservazioni astronomiche: ci sono alcuni dei miei amici che scaricano la macchina, altri che hanno già scaricato che colonizzano immediatamente i tavoli disponibili all’esterno con scatole, montature, sacchi a pelo, coperte, batterie, telescopi, zaini e borsoni di abbigliamento e chi più ne ha più ne metta come se non ci fosse un domani, altri ancora che riportano la macchina al parcheggio lungo la strada principale: per accedere al rifugio infatti bisogna percorrere un pezzettino di strada sterrata, praticabile soltanto se il giorno prima non ha piovuto, altrimenti si rischia seriamente di impantanarsi (e questo in effetti è successo, qualche anno fa). In mezzo a tutto questo marasma, occorre smistare la spesa sul tavolo della stanza centrale del rifugio o nella dispensa in cucina, accendere i generatori per avere la corrente elettrica (al rifugio non arriva la corrente 220 V dalla rete!) e tirare su l’acqua dalla cisterna per cucinare e lavarsi. Compiute queste fondamentali operazioni, finalmente si può pensare alla cena: per fortuna che Andrea ha scelto bene i cuochi, ovvero gente che rispetto a me non solo sa cucinare meglio, ma sa cucinare e basta. Altrimenti no problem, i cuochi avrebbero fatto la fine del “Cambu, cambu, facci mangiare, se non ci fai mangiare noi mangeremo i cambu!” Per dovere di informazione, i cambu sono i cambusieri, e queste parole virgolettate sono una canzoncina che chi ha fatto lo scout, come l’autrice di queste righe, conosce bene: ricordo che cantavamo questa canzoncina poco prima di pranzo o cena, quando già eravamo seduti ai tavoli, ovviamente facendo quanto più baccano possibile battendo le posate sui tavoli. Per fortuna il cibo, dopo questa sorta di rito, arrivava velocemente, e non ricordo casi di cambusieri mangiati dai mangiatori…

Dopo cena siamo usciti desiderosi di osservare e fotografare il cielo; purtroppo siamo riusciti a lavorare soltanto una parte della notte, perchè poi il cielo si è velato sempre di più fino a risultare completamente coperto, al che abbiamo deciso di chiudere tutto e andare a dormire; le due orette di cielo sereno però sono state proficue, e ci hanno permesso di iniziare ad acquisire un pò scatti sui nostri rispettivi soggetti, nel mio caso la parte orientale del Velo del Cigno (nota come “il pettine” a causa della sua forma) a inizio serata, mentre in seconda serata la nebulosa ad emissione NGC 1491 nel Perseo, che non conoscevo (e qui ringrazio Angelo, Paola e Filippo per l’ottimo suggerimento!): vi rimando a questa pagina per leggere descrizione e dati tecnici di ripresa. “Pazienza, stasera è andata così, la finisco domani sera la nebulosa”: più o meno è stato questo il pensiero di tutti noi, al peggiorare del meteo. Ma questa nebulosa non l’avremmo terminata neanche la sera successiva, nè quelle dopo ancora, fino a giovedì 25 agosto, giorno in cui ha addirittura piovuto: durante la settimana infatti il meteo è stato decente di giorno, con nuvoloni in rapido movimento che ben si prestavano per svariati time lapse, e peggiorava inesorabilmente dopo pranzo, quando dal fondo valle salivano nuvole basse che letteralmente avvolgevano il rifugio in una nebbia molto fitta.

La notte tra 22 e 23 agosto è stata un pò incerta, ma ci ha permesso comunque di dedicarci alle osservazioni visuali attraverso il mio Dobson Nadirus 12″:
M 33 galassia nel Triangolo
M 31, M 32, M 110, NGC 891 galassie in Andromeda
M 34 ammasso aperto nel Perseo
M 13 ammasso globulare in Ercole
NGC 6207 galassia spirale in Ercole
M 57 nebulosa planetaria nella Lira
M 27 nebulosa planetaria nella Volpetta
NGC 7293 Helix Nebula nebulosa planetaria nell’Acquario
NGC 246 Nebulosa Teschio nebulosa planetaria nella Balena
Pianeti Giove e Saturno

Soltanto la notte tra venerdì 26 e sabato 27 è stata veramente spettacolare: un leggero venticello ha spazzato via tutta l’umidità, e l’SQM segnava valori compresi tra 21,65 e 21,70, degni di un cielo namibiano: in queste condizioni, una maestosa Via Lattea è bastata abbondantemente per rifarci del meteo deludente delle sere precedenti! Naturalmente durante questa notte abbiamo scatenato l’inferno astrofotografico: oltre a terminare i nostri soggetti telescopici ripresi la prima sera, alcuni di noi si sono cimentati anche nei time lapse notturni. Abbiamo anche osservato un bel pò di oggetti attraverso i telescopi Dobson mio e di Walter:
Doppio Ammasso di Perseo
Trumpler 2, NGC 957 ammassi aperti in Perseo
Maffei 1 galassia ellittica estremamente difficile (leggi: galassietta cavaocchi) in Cassiopea: non l’avevo ancora osservata tramite il Dobson 12″, ma la mia soddisfazione è andata letteralmente alle stelle quando sono riuscita a scorgerla!
NGC 457 ammasso aperto in Cassiopea
NGC 7009 Saturn Nebula nebulosa planetaria in Acquario
M 72 ammasso globulare in Acquario
M 73 asterismo in Acquario
Giove
M 42 Grande Nebulosa di Orione
M 1 Crab Nebula resto di supernova nel Toro
M 37, M 36, M 38, NGC 1907, NGC 1893 ammassi aperti in Auriga
M 35, NGC 2158 ammassi aperti nei Gemelli
M 45 Pleiadi ammasso stellare aperto nel Toro

L’ultima notte è stata anche bella, ma purtroppo c’era molta umidità, a causa di un temporale lontano ma non troppo: si vedevano benissimo i lampi! Naturalmente questo temporale ha rappresentato un’altra ghiotta occasione per riprenderne spettacolari fotografie e magari fare qualche altro time lapse.

Per fortuna, essendo la compagnia ottima, il tempo è trascorso velocemente tra molte chiacchiere, molte risate, gastronomia ottima e abbondante e… molte, anzi moltissime parole crociate! A questa edizione del campo ha partecipato anche Marta, che saggiamente ha portato con sè una rivista di enigmistica, di cui probabilmente avremo risolto più del 99,9% degli schemi di parole crociate, grazie ad un intenso lavoro di squadra. In queste occasioni ho imparato il significato di termini più o meno inusuali come “ialino”, che significa “trasparente come il vetro”, e che attorno al rifugio ci sono un sacco di piante di “Epilobium Angustifolium” (caspita, l’ho scritto anche giusto! Ho controllato su Wikipedia, neh!). Oltre alla quantità indecente di parole crociate che neanche mia nonna, un altro dei nostri passatempi preferiti sono state le passeggiate al passo: essendo il rifugio a 2702 m slm e il passo a 2744 m, queste passeggiate hanno rappresentato un piacevolissimo modo di occupare quella mezzoretta – 60 minuti prima di pranzo o di cena facendo una capatina in Francia, e sosprattutto per vedere un pò di Sole: infatti in Francia fa sempre tendenzialmente più bello, mentre il versante italiano risulta regolarmente immerso nelle nuvole. Tra il serio e lo scherzoso ho provato a proporre il prossimo campo astronomico estivo dal lato francese, ma questa idea non è stata accolta in modo molto favorevole…

Oltre alle passeggiate al passo, una delle attività tipiche della settimana “agnellistica” è stata la gita al Lac Foreant, che abbiamo fatto il 24 agosto: è sempre un piacere tornarci, perchè questo lago è incastonato tra le montagne, in un luogo meraviglioso: per raggiungere il lago a questo giro abbiamo impiegato solo un’oretta anzichè un’oretta e mezza come gli scorsi anni, perchè abbiamo preso il sentiero più basso anzichè quello più alto che passa vicino al Col Vieux. Confrontando le foto del lago dall’alto di questo anno e dello scorso anno, abbiamo potuto constatare come la siccità degli ultimi mesi purtroppo abbia interessato anche questa zona dell’alta Val Varaita e del Queyras. Ciò nonostante, non abbiamo mica potuto rinunciare al classico giretto sulle sue rive! O meglio, su una parte delle sue rive, perchè il lato più lontano dal sentiero di accesso è area protetta e non si può calpestare. Ad accoglierci abbiamo trovato un banco di pesciolini, che potevamo distinguere chiaramente nuotare nelle acque sempre turchesi e cristalline del lago. Quando siamo tornati al rifugio era quasi ora di cena, e abbiamo visto tantissimi animali: marmotte, stambecchi e addirittura un gruppetto di cavalli al pascolo! A proposito di stambecchi, il giorno dopo, 25 agosto, ce n’erano tantissimi in cima ad una delle creste di fronte al rifugio: quale migliore occasione di osservarli e fotografarli? Visto che sono stati lì quasi tutto il pomeriggio, a Walter è venuta in mente un’idea geniale: perchè non usare i nostri due bei telescopi Dobson da 30 cm per osservare gli stambecchi? E magari come potenti teleobiettivi per fotografarli? Detto fatto: in meno di 30 s abbiamo allestito due postazioni osservative con entrambi i telescopi, e devo dire che ne è valsa veramente la pena, sembrava di essere a pochissimi metri dagli stambecchi! Abbiamo fatto osservare, oltre ai nostri amici, anche un gruppetto di curiosi, provenienti mi pare dall’Inghilterra o dal Belgio, ora non ricordo bene, che nel frattempo erano arrivati al rifugio: spesso e volentieri, un pò tutti i giorni, passavano da noi escursionisti e turisti incuriositi dal luccichio dei sacchi copritelescopio ben visibile da lontano, chiedendoci che cosa facevamo qui: noi puntualmente spiegavamo che siamo appassionati di astronomia, che ogni anno a cavallo della Luna nuova di agosto ci fermiamo al rifugio per fare osservazioni e astrofotografia, e anche per stare un pò al fresco. E comunque io e Walter abbiamo potuto constatare con estremo piacere che i nostri due Dobson fanno sempre un figurone con tutti, astrofili e non, sempre e comunque.

Sempre il 25 agosto con Walter, Hari ed Emmanuele siamo andati fino al Refuge Agnel in Francia, che, a differenza del nostro, è più grande: lì abbiamo provato a fraternizzare con una mandria di mucche pezzate nere, ma loro evidentemente non erano dell’idea, perchè al nostro avvicinarsi corrispondeva puntualmente un loro uguale ed opposto allontanarsi. Pazienza, ci siamo consolati scattandoci un bel pò di selfie; ma visti i risultati deludenti, alla fine ci siamo arresi e abbiamo chiesto a un signore francese di farci una foto.

Il 26 agosto invece con Isaac, Marta, Rita e Hari siamo andati a Pontechianale, ufficialmente per integrare le derrate alimentari per il rifugio, in realtà per vedere un pò di gente e concederci qualche sfizio, perchè ok la vita monastico-astronomica al Rifugio, ma ogni tanto fa anche piacere cambiare un pò aria: per cui ci siamo seduti ai tavolini esterni di un bar, e già che c’eravamo abbiamo preso qualcosa da bere e fatto aperitivo. Siamo stati lì un bel pò, perchè ad un certo punto si è messo a piovere: perchè tornare subito al rifugio, specie quando chi è lì ti telefona e ti dice che sta venendo giù il diluvio universale? Molto, molto meglio fare i signorotti al bar…

Durante un pomeriggio al rifugio, vedendo che Emmanuele aveva un piccolo drone, non ho potuto resistere alla tentazione di chiedergli di provare a pilotarlo: tramite uno smartphone collegato all’apposito radiocomando, è possibile manovrare il drone e scattare foto incredibili dall’alto, e, nel nostro caso, sbizzarrirsi in arditi voli fino al passo o verso il fondo valle; in tale sede ho scoperto che anche Valeria e Giuseppe hanno un drone, e che occorre prendere un patentino per pilotare i droni più grandi. Naturalmente mi sono divertita parecchio anche io, e non è detto che in futuro non decida anche io di prendere drone e patentino…

Una grossa novità introdotta questo anno da Marta e Rita, altra nuova partecipante al campo, è stato il karaoke, o meglio, il disco karaoke: in pratica, nelle serate in cui non era possibile osservare o fare foto, ci siedevamo su una delle panchine all’esterno del rifugio e, grazie ai testi disponibili su Youtube Music, chi voleva poteva poteva unirsi a noi per cantare a squarciagola le canzoni di Geri Halliwell, Whitney Houston, ACDC piuttosto che roba più tamarra tipo Prezioso o Gabry Ponte. Chi voleva poteva anche ballare. Il divertimento è assicurato! E infatti per il prossimo anno ho proposto un’idea folle (più sono idee folli più mi piacciono): ovvero portare una consollina da dj! Grazie a un mio caro amico che fa musica (che però non era presente al Colle), ho scoperto che oltre alle consolle fighe e gigantesche da discoteca esistono anche quelle più piccole da viaggio, bellissime e divertenti lo stesso, che funzionano con i 12 V, che guarda caso è proprio la stessa tensione con cui sono alimentate le montature dei telescopi, per cui potrebbero essere alimentate tranquillamente con le stesse batterie… naturalmente l’idea è piaciuta parecchio!

Oltre al disco karaoke, in questa edizione del Colle non sono mancati neanche gli scherzi (bonari!): per esempio, durante una notte in cui non sapevamo bene cosa fare, perchè stavamo aspettando una schiarita che poi non è mai arrivata, Isaac si è addormentato profondamente su una cassapanca del rifugio: dormiva talmente bene che neanche le cannonate lo avrebbero svegliato: infatti abbiamo provato a chiamarlo, a far rumore, ad abbaiare, a miagolare, ma lui niente, continuava a dormire imperterrito. E allora gli abbiamo fatto una foto che poi abbiamo inserito nella chat del gruppo: se n’è accorto soltanto il giorno dopo dello scherzo!

Purtroppo una settimana al Colle dell’Agnello trascorre sempre troppo velocemente: domenica 28 agosto ci siamo ritrovati per un’ultima volta sul piazzale del rifugio, stavolta per smontare tutta l’attrezzatura astronomica, e anche in questo caso il piazzale sembrava di nuovo un bazar. Abbiamo poi concluso in bellezza gastronomica questo campo con le gambe sotto un tavolo: ovvero quello del ristorante di Pontechianale dove abbiamo mangiato delle ottime ravioles, che sono una sorta di gnocchi di patate conditi con formaggio fuso; o, più correttamente, si tratta di un piatto tipico della Valle Varaita, in cui ci sono un pò di gnocchi di patate immersi in una generosa quantità di formaggio fuso…

ASTROFOTO (al telescopio e a grande campo) cliccando su ogni foto, verrete rimandati alla rispettiva pagina con i dati tecnici di ripresa.

DI GIORNO AL RIFUGIO E DINTORNI

GITA AL LAC FOREANT

IL VIDEO