Sabato 28 maggio 2016, dietro invito dell’amico astrofilo Martino Balbo, ho finalmente visitato l’Astrobioparco di Felizzano, in provincia di Alessandria. Si tratta di una nuova realtà dedicata alla divulgazione e alla didattica astronomica e ambientale inaugurata il 20 settembre 2015.
L’Astrobioparco è composto da un’oasi naturalistica in cui è possibile osservare molti animali, come oche, tartarughe, rane, pavoni etc e fare picnic nei prati, e dalla struttura con colori vivaci divisa in due blocchi, che identificano funzioni diverse: nel blocco giallo si trova il bar a disposizione di astrofili, appassionati di osservazioni naturalistiche e famiglie con bambini (ma non solo) in cui è possibile gustare degli ottimi panini allo speck e formaggio preparati da una signora molto gentile. Nel blocco verde e blu al piano terra si trovano il laboratorio scientifico dedicato alle esperienze per permettere a grandi e piccoli di avvicinarsi alla Scienza e la sala conferenze, mentre sulla terrazza, a 4 metri da terra, si trovano 9 colonne a disposizione degli appassionati di astronomia per montare il proprio telescopio, previa prenotazione. Salendo un’altra rampa di scale dalla terrazza si accede all’osservatorio astronomico, in cui è presente un telescopio rifrattore Goliath da 210 mm.
Sono arrivata all’Astrobioparco verso le 15 del 28 maggio, e già erano presenti numerosi astrofili. Prima di fare qualunque cosa però ho dovuto provvedere al pranzo, perchè ero piuttosto affamata, e naturalmente ho sperimentato subito il panino di cui sopra. Sedendomi ad un tavolo sotto il porticato di fronte al bar, ho apprezzato molto le immagini che tappezzavano ogni tavolo: alcune erano naturalistiche, altre astronomiche. Ovviamente, da brava astrofila, ho scelto il tavolo con una bellissima immagine della galassia di Andromeda (le altre immagini astronomiche presenti sui tavoli erano le Pleiadi e altre nebulose di cui adesso non ricordo il nome) e delle sue galassie satellite M32 ed M110.
Nel frattempo sono arrivati Davide, Fabrizio e Martino, con cui ho trascorso qualche ora a scattare numerose foto naturalistiche ai numerosi animali presenti nell’oasi: soprattutto alle tante rane presenti nello stagno dietro il bar, che spesso e volentieri facevano capolino da sotto le ninfee, ma molto più spesso, spaventate dai nostri movimenti, si rituffavano velocemente in acqua, per cui noi dovevamo avere molta pazienza di aspettare di nuovo parecchi minuti prima che riemergessero. Penso che potremmo avere un avvenire assicurato come documentaristi, se le cose si metteressero male, per un motivo o per l’altro…
Con me avevo il piccolo Lunt LS35 dedicato per l’osservazione solare nella riga dell’H-alfa: non si sa mai, bisogna essere pronti a tutto…però alla fine non l’ho usato perchè sulla terrazza dell’Astrobioparco è poi comparso il Lunt da 152 mm di diametro, che ha fatto bella mostra di sè montato su una delle colonne, e ci ha fatto godere della visione di un Sole veramente spettacolare: ben visibili una grossa macchia solare quasi sul bordo ONO e una protuberanza, senza contare le spicole distribuite uniformemente su tutto il bordo solare, i filamenti e la granulazione cromosferica presenti: sembrava veramente di essere a bordo di un’astronave in orbita attorno al Sole, davvero notevoli i dettagli del disco solare che il Lunt 152 ci permette di scorgere! Magari un pensierino di comprarmi uno strumento del genere quando sarò ricchissima (cosa che non capiterà mai) ce lo faccio…
Tra una chiacchiera con gli amici astrofili, un’osservazione solare ed una passeggiata nell’oasi naturalistica sono riuscita anche a dedicarmi allo shopping: sono andata da Tecnosky e mi sono comprata un bell’oculare a grande campo di cui avevo bisogno da tempo: se siete astrofili, capirete che rottura di scatole è non riuscire a vedere M13 o altri tipi di oggetti deep sky come si deve. E adesso non vedo l’ora di provarlo, peccato però che adesso mentre scrivo (il 29 maggio) stia piovendo, e non accenni a migliorare…accidenti! Mi toccherà aspettare tempi migliori. Pazienza. Dopo questo acquisto ci siamo messi a chiacchierare con il titolare della ditta Artesky, Stefano Seveso, a cui ho chiesto se mi può trovare una pulsantiera per la mia vecchia montatura HEQ5, visto che la mia è mezza distrutta a causa dell’uso intensivo a cui la sottopongo ormai da 12 anni a questa parte: ho deciso che non posso continuare con quella che ho adesso, perchè fa di testa sua: io schiaccio un tasto, il telescopio va dalla parte opposta a quella desiderata. Peggio dei computer quando si bloccano.
Fatti gli acquisti e dopo molte altre chiacchiere, anche con Emmanuele Sordini sopraggiunto nel frattempo a cui ho detto del prossimo viaggio in Namibia che farò con altri amici astrofili (tra parentesi: non vedo l’ora di partire!), si è avvicinata velocemente l’ora di cena: con Martino, Fabrizio e Davide abbiamo mangiato una pizza in una pizzeria vicina all’Astrobioparco. Ce la siamo presa con calma, perchè tanto il cielo era ancora chiaro e non si poteva fare ancora nessuna osservazione. Quando però siamo usciti dalla pizzeria, il cielo era buio, ma con inquietudine abbiamo constatato l’avvicinarsi di una perturbazione in arrivo da nord-ovest: accidenti, vuoi vedere che non si riesce a fare nulla. Invece il cielo è rimasto sereno fino alle 23.15 circa, per cui ne abbiamo approfittato per tentare qualche osservazione con il rifrattore da 210 mm montato in cupola: siamo riusciti ad osservare Giove, Marte e Saturno, ma decisamente non era la serata adatta ai pianeti: il seeing pessimo li rendeva più simili a delle frittelle spaziali piuttosto che a corpi celesti del Sistema Solare. Ma ci siamo decisamente rifatti gli occhi puntando M13, l’ammasso globulare in Ercole, che si è presentato dinanzi a noi in tutto il suo splendore, risolto fin quasi al centro. Abbiamo tentato anche M57, la nebulosa della Lira, di cui però abbiamo visto soltanto un debole fantasma, a causa del fatto che intanto il cielo si era pesantemente velato.
Alle 23.30, vedendo che il cielo era ormai quasi completamente coperto, e che in tempi brevi non si riusciva ad osservare nulla, ho deciso di riprendere la strada di casa, dopo aver chiacchierato ancora un pò. Sono poi giunta a casa verso l’1.30 del 29 maggio, stanca ma molto contenta (il portafogli un pò meno) per questa proficua giornata all’insegna dell’astronomia.