Da venerdì 24 a domenica 26 maggio 2013 sono stata a Tradate in occasione del XLVI Congresso dell’Unione Astrofili Italiani. Tradate è un paese in provincia di Varese che ospita una struttura dedicata principalmente alla divulgazione e alla didattica dell’astronomia, gestita dalla Fondazione Osservatorio Astronomico M13. Leggendo nel loro sito, come curiosità, si scopre il perchè dell’aggiunta “M13” all’acronimo FOA: “Nel 1974 dal Radiotelescopio di Arecibo, il più grande del Mondo con i suoi 300 metri di diametro, inviò per la prima volta nella storia dell’uomo, un radio messaggio verso le stelle per dire che esisteva una specie intelligente che viveva in uno sperduto pianeta in uno sperduto Sistema Solare della nostra Galassia, la Via Lattea. Il messaggio fu inviato verso M13 nella Costellazione di Ercole, un Ammasso Globulare di decine di migliaia di stelle, dove si immagina ci sia maggiore probabilità che una vita intelligente possa decifrare il messaggio.
Il CDA della FOAM13 nel giorno della sua costituzione ha deciso di aggiungere all’acronimo FOAM, a ricordo di questo evento, Messier 13″.
L’osservatorio è immerso nella natura del Parco Naturale “Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate”, con cui spesso collabora nella realizzazione di attività congiunte, condotte da esperti animatori, che hanno l’intento di far apprezzare al pubblico generico ed alle scuole le molteplici meraviglie naturalistiche del Parco e del cielo notturno. A tal proposito ritengo bellissima la citazione di Galileo Galilei che è stata presa come motto dell’Osservatorio: “Non basta guardare, bisogna guardare con gli occhi che vogliono vedere…”
Il XLVI Congresso UAI è stata l’occasione per visitare il complesso, perchè non ero mai stata prima, e la curiosità di andarci mi è venuta dopo gli entusiastici resoconti di alcuni amici astrofili che l’avevano visitato prima di me.
Sono arrivata a Tradate il 24 mattina presto, dopo una levataccia all’alba per prendere il primo treno da Torino: ho fatto appena in tempo a posare i bagagli all’Hotel Romagna, e subito il pullman navetta ha portato noi congressisti all’osservatorio.
Una delle prime cose che ho visto dopo aver varcato il cancello dell’osservatorio e che mi è piaciuta parecchio è stata la specola del telescopio principale, sulla cui parete meridionale era dipinta un bellissimo quadrante solare:
Purtroppo abbiamo avuto il piacere di vedere questa meridiana all’opera, e gli altri quadranti solari, soltanto l’ultimo giorno di congresso, perchè il meteo è stato avverso per i primi due giorni: accidenti, si è messo addirittura a piovere e faceva freddo…altro che 24 maggio, sembrava di essere al 24 novembre. Pazienza, tanto eravamo praticamente dentro la sala conferenze ad ascoltare gli interessantissimi interventi che si sono susseguiti uno dopo l’altro a ritmi serratissimi. Tra gli interventi a mio avviso più interessanti del primo giorno, quelli dei prof. Macalli e Palumbo, che ci hanno parlato rispettivamente di Ercole Dembowsky, grandissimo osservatore di stelle doppie vissuto nell’800, e di un’opera pressochè sconosciuta di Giacomo Leopardi, la “Storia dell’Astronomia”. Alle 19.30 circa ho assistito assieme agli altri astrofili presenti all’inaugurazione della nuova struttura osservativa della FOAM13, durante la quale è stata scoperta una targa dedicata ad Ercole Dembowsky, e abbiamo potuto vedere l’apertura del tetto scorrevole della struttura.
La mattinata del 25 maggio per me è stata segnata dal un bel dilemma: che cosa faccio? Vado a fare l’escursione all’Eremo di Santa Caterina del Sasso oppure seguo le relazioni della Sessione Sistema Solare? Vi assicuro che sono stata parecchio dibattuta sul da farsi, perchè da un lato mi sarebbe dispiaciuto non visitare l’eremo, ma dall’altro avrei mi sarei persa il dott.Guaita, che di professione fa il chimico, ma si occupa volentieri anche di astronomia e in questa veste tiene delle conferenze davvero interessanti (ho avuto occasione di ascoltarne qualcuna in occasione di una edizione della Scuola Estiva di Astronomia organizzata dall’Osservatorio autonomo della Regione Valle d’Aosta)…alla fine mi sono decisa: vado all’eremo! E ne è valsa la pena, peccato solo che il meteo non ci abbia regalato un bel cielo azzurro. La nostra guida, Stefania, ci ha accompagnato in un tour davvero affascinante attraverso il Medioevo e il primo Rinascimento di questo eremo abbarbicato su uno strapiombo di parete rocciosa a picco sul Lago Maggiore: la tradizione vuole che sia stato fondato da
Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita.
Senza dubbio la conferenza più bella che ho ascoltato il 25 maggio è stata quella tenuta da Piero Bianucci, noto divulgatore e giornalista scientifico, in occasione della consegna del Premio Lacchini: più che una conferenza, si è trattata di una piacevolissima chiacchierata tra una curiosità astronomica e l’altra: per esempio, si dice che Einstein pensò per la prima volta alla Relatività Speciale durante un viaggio in autobus, chiedendosi come avrebbe visto le lancette della Torre dell’Orologio di Berna se il bus avesse viaggiato alla velocità della luce (Le avrebbe viste ferme, a causa della dilatazione dei tempi).
I lavori del 26 maggio sono iniziati con la Sessione Inquinamento Luminoso. Il primo a parlare è stato il dott.Scardia, astronomo presso l’osservatorio di Brera – Merate, che ci ha raccontato, per averlo visto di persona, che l’ormai dilagante inquinamento luminoso interessa persino il sito di La Silla in Cile, che si trova a 2400 m s.l.m., a causa dei lampioni di una strada! Roba da non credere: per parecchi astrofili presenti in sala è stata una notizia sconvolgente, e un senso di tristezza si è certamente insinuato in loro: tristezza perchè se persino quelli che sono considerati i cieli più belli del mondo iniziano ad essere divorati dal csncro dell’inquinamento luminoso, ci si domanda se tra qualche decina di anni sarà possibile ancora osservare un cielo perfettamente buio, e questo soprattutto per chi verrà dopo di noi. Il problema del Cile, come ci ha fatto notare Mario Di Sora, presidente dell’Unione Astrofili Italiani, nella chiacchierata successiva, è che le leggi contro l’inquinamento luminoso ci sono, ma nessuno si preoccupa che vengano rispettate: e (purtroppo) i risultati si vedono…e non solo in Cile, anche qui in Italia…
La Sessione Speciale Astronautica ha visto il dott.Luigi Pizzimenti raccontarci l’incredbile avventura intrapresa da lui e diversi amici, tra cui diversi astrofili del GAT e del FOAM13 un pò di tempo fa: in occasione di una mostra temporanea sulle missioni lunari Apollo ospitata presso il Salone polivalente del Comune di Comerio dal 19 aprile al 5 maggio 2013, al gruppetto di impavidi è venuta l’idea di costruire un modello in scala 1:6 del modulo di comando Casper della missione Apollo 16: e fin qui niente di strano…poi però hanno pensato che la scala 1:6 non andava bene, perchè ritenevano il modello tropppo piccolo: e quindi hanno sempre costruito il modello, ma…in scala 1:1 ! E con tanto di riproduzione fedele e funzionante del computer di volo. Un’impresa a dir poco folle, perchè tra una cosa e l’altra ha portato via quasi un anno di lavoro intenso al gruppo di coraggiosi, ma a quanto pare ben riuscita, perchè le persone che hanno lavorato all’originale si sono ritrovate in tutto e per tutto nei disply, nei display, nell’abitacolo stesso…
A Comerio naturalmente non mi sono lasciata sfuggire l’occasione di entrare nella riproduzione del modulo di comando Casper: mi sono sentita un pò impedita nei movimenti, perchè occorre una manovra da acrobati-contorsionisti per prendere posto nel modulo, ma alla fine ce l’ho fatta. Ma come accidenti avranno fatto gli astronauti a infilarsi nell’angusto abitacolo con le ingombranti tute spaziali e tutto il resto??? E’ stata una domanda a cui non ho ancora trovato risposta…
Il congresso è terminato in bellezza con un’osservazione del Sole con numerose macchie (finalmente, dopo due giorni di brutto tempo!) proiettato su una parete del laboratorio eliofisico dell’osservatorio, e infine con un gustoso buffet offerto dallo staff FOAM13.
Devo dire che mi sono proprio goduta questo congresso, perchè ho incontrato molte persone simpatiche, e per tre giorni non ho minimamente pensato al solito tran tran quotidano, per cui spero di ripetere questa esperienza al prossimo congresso UAI…